domingo, 28 de março de 2010

Che si sono fumati alla Congregazione del Clero? Rigettato il ricorso del parroco di Thiberville

Proprio così. Costernati, stupiti e profondamente indignati, apprendiamo da Osservatore Vaticano che la Congregazione per il Clero del card. Hummes ha respinto il ricorso dell'abbé Michel, parroco di Thiberville, la parrocchia meglio funzionante (se non l'unica) della disgraziata diocesi normanna di Evreux, terra un tempo profondamente cristiana, dove ora invece le chiese chiudono l'una dopo l'altra, i catechismi sono disertati, le vocazioni attivamente scoraggiate, le finanze in fallimento. Il vescovo ultraprogressista Nourrichard, degno successore di quel Gaillot che era stato revocato per i suoi eccessi modernisti da Giovanni Paolo II, ha in odio l'ortodosso parroco e intende cancellare quella parrocchia accorpandola a quella vicina retta da un prete progressista (e dove la frequenza alla Messa è una frazione di quella dell'abbé Michel). Chi non ricordasse la vicenda, utilizzi la funzione 'cerca' nella colonna a destra, o cominci da questo post.

La faccenda è gravissima, perché il caso è esemplare e dà un segnale in tutto il mondo cattolico. Se Roma non appoggia questi coraggiosi preti, tra l'altro nemmeno tradizionalisti ma semplicemente ortodossi, e nondimeno osteggiati da vescovi progressisti, allora veramente Benedetto XVI fa la figura di un velleitario riformatore ridotto all'impotenza.

Giusto per ribadire: nel panorama desolante del moribondo cattolicesimo francese, e a Evreux siamo già nei rantoli dell'ultima agonia, l'abbé Michel è uno dei pochi che riesce a mantenere, anzi a ricostruire una parrocchia viva (prima che arrivasse, la messa era detta in sacrestia, perché la chiesa era cadente e comunque troppo grande per i pochi praticanti: ora è restaurata e sempre piena). E' la prima parrocchia della diocesi per numero di battesimi, cresime, per frequenza a messa e per donazioni. E l'ha dimostrato il feroce attaccamento popolare a questo parroco. E' questo che si vuole distruggere? E il Vaticano è impazzito per consentirlo?

Stentiamo a trattenere lo sdegno. Poco ci si poteva aspettare da Hummes, uno che, in partenza per andare ad assumere la guida della Congregazione del Clero, aveva pensato bene di tirar fuori i soliti discorsi sul celibato dei preti 'che non è un dogma' (uno chiamato alla congregazione proprio del clero!), e dopo aver supervisionato la solita raccolta di firme in Brasile 'per rendere facoltativo il celibato'. Ecco, costui è colui che ora decide che, tra un parroco e tutta la popolazione della sua parrocchia da un lato, e un vescovo che inalbera casule arcobaleno, ha ragione quest'ultimo.

E non veniteci a raccontare che sono questioni giuridiche. Non c'è bisogno d'essere avvocati, come noi, per sapere come funzionano queste cose in una istituzione come la Chiesa, che non è per nulla uno stato di diritto e dove le regole hanno un valore disgraziatamente molto relativo (se non ci credete, pensate ad esempio a come viene applicata una legge come il motu proprio Summorum Pontificum).

L'abbé Michel farà appello. Ma il disgusto resta egualmente. O si comincia a sostituire qualcuno, ai vari livelli della Chiesa, o tanto valeva avere un papa tutto sorrisini e discorsi vuoti, alla Tettamanzi.

fonte:messainltino.it